Portal 2 - Recensione PC, Voto 9,4

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Kobra.
CAT_IMG Posted on 30/5/2011, 19:56     +1   -1




Portal 2


Notizie, Video & Anticipazioni Portal 2 PC

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Di Valve si può dire tutto e il contrario di tutto. I commenti ad alcune sue scelte e decisioni riempiono letteralmente la stampa specializzata e le pagine on line di siti e blog. Si passa dalla feroce contestazione nata all'epoca del lancio di Half Life 2 (quando Steam era solo una piattaforma per gestire gli aggiornamenti automatici dei propri titoli), alla celebrazione delle sue intuizioni commerciali (la trasformazione di Steam in piattaforma a tutto tondo), dalle critiche per non aver mai nascosto il proprio disamore per l'ambiente di sviluppo PlayStation 3, alla quasi incredulità (e conseguente plebiscito) per la decisione, qualche anno dopo, di supportarla come nessun'altra console, portando Steamworks proprio sull'ammiraglia Sony. In questo decennio di scelte controverse, ma quasi sempre coraggiose, Valve ha prodotto alcuni dei prodotti più importanti dell'industria videoludica moderna, dimostrando che quando i ragazzi di Newell e Lombardi si mettono d'impegno il successo è quasi sempre assicurato. Non fa eccezione Portal 2, di cui si è già scritto tanto e tanto si scriverà nel futuro, perché, al di fuori della facile retorica e del trionfalismo che lo circonda, è semplicemente un titolo che ogni videogiocatore che si definisce tale dovrebbe provare almeno una volta.

Welcome to Aperture Science
Se negli ultimi anni non avete mai sentito di parlare di Valve o Portal è perché o dei videogiochi vi interessa davvero poco e nulla o siete stati confinati su una colonia marziana. Per tutti quelli di ritorno dal Pianeta Rosso quindi, eccovi un brevissimo riepilogo su come è nato Portal e come siamo arrivati a Portal 2, perché questa piccola storia di talento e lungimiranza è la perfetta sintesi del Valve-pensiero.
E' il 2005. Un gruppo di talentuosi sviluppatori rilascia, come progetto finale del proprio corso alla DigiPen, un'università americana, un videogame chiamato Narbacular Drop, nel quale bisogna superare alcuni dungeon tramite l'utilizzo di particolari portali, utilizzabili su superfici pre-deteminate. Valve capisce le potenzialità del gioco e sopratutto del team di sviluppo, e non fa altro che assumerlo in blocco per fornirgli il proprio (incondizionato) supporto per creare quel piccolo gioiello che è Portal. Passano due anni, e l'azienda di Bellevue rilascia il gioco all'interno di una raccolta che prende il nome di The Orange Box, che oltre al succitato puzzle game, contiene anche tutti i titoli legati ad Half Life 2 e Team Fortress 2. Nonostante cotanta compagnia però Portal brilla di luce propria, si fa conoscere al grande pubblico, gettando le basi per una serie che arriva proprio in questi giorni al suo secondo capitolo, potenziato in ogni suo aspetto rispetto al predecessore, e pronto a camminare con le proprie gambe.

Di nuovo Chell, di nuovo test
Chell è un soggetto usato per testare un bizzarro dispositivo che spara due portali, uno d'entrata e uno d'uscita. Nei suoi panni abbiamo già affrontato (e sconfitto) GLaDOS, cinica intelligenza artificiale al comando degli Aperture Science Lab che ci tenevano prigionieri. Se vogliamo guardare il quadro generale, possiamo considerare la prima installazione della serie contenuta nell'Orange Box come un'introduzione a questo Portal 2, nel quale, tornati nei panni di Chell, ci troveremo in una situazione molto simile alla precedente, che ci regalerà però risvolti inaspettati. Se ancora non avete proprio idea di quel che succederà in Portal 2, allora non saremo noi a rovinarvi la sorpresa. Ci limiteremo a dire soltanto, per dovere di cronaca, che il risveglio di Chell in un Aperture Science all'apparenza in rovina sarà piuttosto traumatico, ma che grazie agli aiuti e ai commenti di Weathley, robot che ci accompagnerà nelle prime fasi dell'avventura, riusciremo a raccapezzarci su dove (e quando) siamo, e torneremo in possesso di uno degli strumenti più rivoluzionari del mondo dei videogiochi: l'Aperture Science Handeld Portal Device, per gli amici, la macchina spara-portali.

Basta l'idea
Con Portal 2 bisogna essere chiari sin da subito: nonostante la casa produttrice, nonostante la storia affascinante e ottimamente narrata e nonostante la visuale in prima persona, stiamo parlando in ogni caso di un puzzle game. L'assunto alla base del gameplay è molto semplice: Chell è dotata di un particolare dispositivo in grado di creare due portali intercomunicanti. Indipendentemente dal posizionamento dei suddetti portali, se si entrerà nel primo, si uscirà dal secondo e viceversa, non importa cosa ci sia di mezzo, o come siano orientati. Questa particolare meccanica, per quanto semplice come idea, ci darà la possibilità, una volta padroneggiata, di compiere evoluzioni incredibili, e superare alcune camere di test che al primo colpo d'occhio possono sembrare impossibili, ma che con la giusta dose di furbizia, e lo sfruttamento delle basilari leggi della fisica, riusciremo a passare senza problemi. La curva di apprendimento è perfettamente bilanciata: se infatti i primi enigmi saranno semplici e serviranno solo per acquisire la necessaria forma mentis (si andrà dalla semplice formazione di un singolo portale per raggiungere l'uscita, all'utilizzo del medesimo per recuperare un cubo utile a tenere pigiato un interruttore), man mano che avanzeremo nelle diverse sezioni che compongono l'Aperture Science la sfida che troveremo sarà sempre più impegnativa, e vedrà elementi sempre nuovi fare la loro comparsa, come passerelle laser in grado di difendervi dal fuoco delle torrette, un raggio traente il cui flusso passerà tra i portali e che sarà in grado di trasportarci, le catapulte, necessarie a raggiungere la velocità necessaria per affrontare certi balzi, e infine le vernici, vera novità del titolo per quanto concerne il gameplay, che aprono possibilità del tutto nuove per il giocatore. Questi particolari liquidi saranno di tre tipi: arancione, in grado di eliminare totalmente l'attrito col terreno, blu, in grado di farvi fare un salto la cui ampiezza è legata al salto compiuto al momento dell'atterraggio sulla vernice, e bianca, che creerà le condizioni per poter posizionare un portale dove invece prima non era possibile. Va da sé che l'interazione di questi liquidi con l'ambiente circostante è a vostra totale discrezione, e anzi, presto scoprirete l'effetto particolare di alcune vernici sui cubi, piuttosto che sui muri o su altri elementi ambientali. I puzzle sono tutti studiati in maniera bilanciata, risultando impegnativi e creativi ma mai frustranti, a patto che vi ricordiate che nonostante la visuale in prima persona si tratta comunque di un puzzle game, dove l'approccio alla situazione deve essere il più ragionato e meno caotico possibile. I comandi, che usiate mouse più tastiera o pad, sono semplici e ben organizzati: un tasto per il portale blu, uno per quello arancione, uno per utilizzare la nostra pistola sparaportali al fine di sollevare gli oggetti e poi i classici tasti di movimento/azione/salto. Un pool di comandi tutto sommato standard e semplice da padroneggiare che ci consentirà di dirigere tutte le nostre facoltà mentali sugli enigmi che ci vengono proposti.
A differenza del primo Portal, questo seguito punta molto sul comparto narrativo e sulla storia che muove le forze in campo, regalandoci una sceneggiatura molto ben scritta e ricca di colpi di scena, che però trova il suo climax nel rapporto a tre tra le diverse intelligenze artificiali e Chell. Sin dai primissimi momenti infatti ci si renderà conto dell'incredibile cura riposta nella scrittura dei testi, permeati da un vena comica strepitosa, che ci farà sorridere diverse volte. Ancora una volta Valve ha centrato la perfetta armonia nella caratterizzazione dei personaggi: il mutismo di Chell, espediente creato per aumentare l'immedesimazione del giocatore (come già Valve fece ai tempi di Gordon Freeman in Half Life, o, per citare un mostro sacro, Link in Zelda, personaggio in cui addirittura il nome è esplicativo sulla sua funzione all'interno del videogioco) fa da perfetto contraltare alla parlantina sciolta di Weathley, al malcelato rancore (con sorprendente cattiveria tutta umana) di GLaDOS, e ai molteplici altoparlanti del centro di ricerca che raramente ci daranno un attimo di tregua con i loro annunci (o commenti alle performance) il più delle volte esilaranti. Le 7-8 ore necessarie al completamento dell'avventura single player saranno tra le meglio spese nella vostra carriera videoludica, nonostante, come tutto, non siano esenti da imperfezioni: l'utilizzo delle vernici ad esempio sembra legato solo ad uno specifico momento del gioco, e poco integrato con il resto, e in generale la parte finale dell'avventura dà l'impressione di aver subito meno rifiniture ed essere stata curata meno (ma stiamo parlando comunque di livelli altissimi) della prima parte, e infine, ad essere sinceri, forse si sarebbe potuto fare qualcosa di più sul fronte dei caricamenti, a volte apparsi fin eccessivi.

HA! I Knew Someone was alive in here
Nonostante Valve abbia dimostrato che Portal 2 possa tranquillamente sostenere il peso del titolo stand alone al di fuori della collection, possiamo senza ombra di dubbio dire che con l'inserimento della modalità cooperativa ha proprio esagerato. La storia della co-op è infatti altrettanto ben scritta e sceneggiata, e vedrà due robot Atlas e P-body, impegnati nel risolvere i complessi test messi in piedi da GLaDOS, che non mancherà di vomitare loro tutto il suo cinismo non facendo mai mancare una parola di scherno o disprezzo. La progressione all'interno della modalità è graduale ma impegnativa: l'aver raddoppiato il numero di portali contemporaneamente attivi (ricordate però che i portali non sono intercambiabili, e se quindi entreremo nel primo portale del giocatore 1, allora usciremo dal secondo portale dello stesso utente) da sì maggiori possibilità, ma aumenta anche esponenzialmente le cose da fare, aggiungendo in più il fattore tempismo, necessario per superare determinate situazioni particolarmente complicate. Le sei ore necessarie a completare questa modalità sono probabilmente quanto di più bello Valve abbia fatto nell'intera produzione, e se troverete un compagno affiatato allora gli sfottò di GLaDOS non saranno così motivati.

Sette anni e non sentirli
Quando si ha una precisa idea in testa e tanto talento, non è necessario avere il motore più performante del gruppo per eccellere. Source Engine infatti è un attempato signore del 2004, che grazie però al costante supporto, ai continui aggiornamenti, e a quella spiccata propensione per la gestione delle routine fisiche, non sente quasi per nulla il peso degli anni. Certo, lo stile volutamente minimalista e asettico del titolo lo facilita molto, ma la naturalezza con cui gli oggetti interagiscono tra di loro, la perfetta scelta dei colori e dello stile dell'ambiente in rovina piuttosto che degli ampi spazi aperti, fanno passare sopra ad alcune animazioni davvero poco riuscite, che in altri titoli avrebbero probabilmente fatto gridare allo scandalo (parliamo ovviamente di Chell, che quando vi capiterà di vedere all'interno di un portale vi darà l'impressione di pattinare piuttosto che camminare).
Nulla da eccepire invece sul comparto audio, di livello sopraffino sia come concept che come realizzazione, con gli effetti sonori perfettamente integrati nelle tracce audio. Menzione speciale ovviamente per Stephen Merchant (Weathley) e Ellen McLain (GLaDOS), che con la loro bravura hanno caratterizzato alla perfezione i personaggi a cui hanno dato la voce.

Commento Finale
Portal 2 è un prodotto come al momento ce ne sono pochi. Anche se non amate i puzzle game, una volta provato, difficilmente non sentirete l'impulso di terminare la stanza di test nella quale siete, per poi trovarvi a provarne un'altra ancora. E ancora. La cura maniacale con cui ogni aspetto è stato affinato e ottimizzato è da applausi e dovrebbe servire da esempio per molti. La progressione delle "missioni", sia che si tratti del single player che della coop è perfettamente bilanciata, e ci restituisce dei livelli dal game design raffinato e vario, che non ci daranno mai quel senso di già visto e che tradiscono il divertimento e il piacere del team di sviluppo nell'idearli. A chiudere l'idilliaco quadretto c'è un comparto grafico di spessore, accompagnato da musiche, effetti sonori e doppiaggio di grandissimo livello. Il gioco non è ovviamente perfetto, ma non saranno i tempi di caricamento forse eccessi, una seconda metà lievemente meno curata della prima, e un boss finale non all'altezza a impedirci di consigliarvi senza riserve Portal 2.
Now you can think with Portal.

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