Le Crociate

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CAT_IMG Posted on 27/5/2011, 22:12     +1   -1
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Le Crociate


Cause
Nell’alto Medioevo, mentre l’impero costituito dagli Arabi nei secoli precedenti si trova in crisi, in Europa si assiste ad una ripresa demografica, istituzionale, religiosa ed economica. Soprattutto la nuova posizione di rilievo della Chiesa, che ha assunto un’immensa autorità morale su tutta l’Europa, spinge ad un intervento per la liberazione dei Luoghi Santi. A ciò si aggiunge la situazione venutasi a creare in Oriente, dove l’Impero Bizantino, dopo aver avuto un fiorente commercio con gli imperatori Romano che conquista di Creta, valida base commerciale nel 960, con Niceforo II Foca che s’impadronisce di Cipro e d’Antiochia e con Basilio II che tra il 986 e il 1014 assoggetta i Bulgari, si trova ora in pericolo. infatti, sotto la nuova dinastia dei Comneni, i Turchi Segiulchidi conquistano il califfato abasside di Baghdad e si espandono verso ovest. Con il Patriarca Michele Cerulano, che rinnova lo scisma di Fazio, si ha la definitiva separazione della chiesa latina da quella greca. Nel 1057 i Segiulchidi conquistano la Palestina, la Siria e l’Anatolia orientale nel 1071, dopo aver sbaragliato l’esercito bizantino di Romano IV Diogene a Manzicerta. Nel 1074 dopo la richiesta di aiuto da parte dell’imperatore Michele VII Parapinace, Gregorio VII, occupato nella lotta per le investiture, progetta di accorrere in aiuto dei cristiani d’oriente alla testa di un esercito come Dux e Pontifex; oltre alla liberazione del Santo Sepolcro e dei territori conquistati dai Segiulchidi, egli mira alla riunione delle chiese greca e latina, progetto che viene, però, riposto in seguito all’aggravarsi della lotta per le investiture. Nel 1081con l’imperatore Alessio I Comneno si ha una nuova ondata espansionistica musulmana verso i territori dell’impero e nel 1095 i Turchi arrivano quasi ad assediare Costantinopoli. A seguito di questi gravi fatti l’Imperatore invia a Piacenza, dove si sta svolgendo il Sinodo, una richiesta di aiuto all’Occidente che Papa Urbano II raccoglie ed inizia a predicare, soprattutto nel successivo Concilio di Clarmont, una guerra contro l’Islam, iniziativa alla quale aderiscono molti re e nobili. Motivi spirituali e politici, soprattutto, spinsero quest’iniziativa: innanzitutto i pellegrinaggi in Terra Santa, compiuti fin dai primi secoli dell’esistenza della chiesa romana, s’intensificano nell’XI secolo, in seguito al rifiorire della devozione religiosa; ma, mentre sotto il regno Fatimida si aveva convivenza tra Arabi e Cristiani, il nuovo regno dei Segiulchidi proibisce qualsiasi forma di pellegrinaggio. Inoltre altri motivi spingono sempre più per una guerra contro gli Arabi: in Spagna si ha la reconquista con la ripresa del califfato di Cordoba e di gran parte della penisola ispanica settentrionale. Tra l’XI e il XII secolo si ha la conquista da parte del re di Castiglia Alfonso VI e del re di Navarra Sancio Ramirez e si narrano le epiche gesta del Cid Campeador che infiammano il cuore dei giovani, convinti che gli islamici debbano essere cacciati. Si registra ,quindi ,la perdita ,da parte araba, della supremazia sul Mediterraneo per merito della città marinara di Pisa che conquista la Corsica e la Sardegna e tra il 1061 e il 1091 Ruggero di Altavilla fratello di Roberto il Guiscardo duca di Puglia strappa agli infedeli la Sicilia. In virtù di questi fatti ,l’iniziativa di una spedizione contro gli Arabi raccoglie una vasta adesione e i Crociati, chiamati così perché scelgono come stemma una croce rossa su di uno sfondo bianco, decidono di riunirsi a Costantinopoli nell’agosto del 1096. Nel frattempo Alessio I Comneno, spaventato dall’espansionismo in Epiro di Roberto il Guiscardo, alleato del Papa, stringe però una tregua con i Turchi.

I Crociata (1096-1099)

Stabilito per l’agosto del 1096 la riunione dei crociati bisogna in ogni caso annotare lo svolgersi di un’altra crociata nel febbraio dello stesso anno, la cosiddetta crociata degli straccioni alla quale parteciparono servi della gleba, nobili decaduti e delinquenti, tutti riuniti dal predicatore Pietro d’Amiens detto l’Eremita e guidati in Terra Santa dallo stesso Eremita, dal cavaliere Gualtieri Senza Averi e dal sacerdote Gottschalk.Il primo obiettivo della spedizione è l’eliminazione degli infedeli presenti sul suolo europeo: gli Ebrei.Le stragi cominciarono a Colonia, nella Lorena e a Magonza, espugnata dal conte di Leningen che massacrati gli assediati depreda i loro tesori. La spedizione continua attraverso la Baviera e i Balcani dove i cristiani furono combattuti e affamati nonché si sparsero nell’esercito numerose malattieGiunti a Costantinopoli stremati attraversano il Bosforo e affrontano l’esercito dei Turchi a Nicea dove la battaglia si conclude con la loro strage. Pietro l’Eremita riesce a salvarsi e si rifugia a Costantinopoli nella attesa di unirsi alla crociata “ufficiale” denominata in contrapposizione a quella degli straccioni crociata dei re. Questa è composta di diversi eserciti ognuno dei quali fa capo ed obbedisce esclusivamente al proprio Signore, tra i più importanti vi sono Roberto duca di Normandia, Ugo di Vermandois figlio di Enrico I, Stefano di Blois nobile francese, Raimondo di Saint-Gilles conte di Tolosa, Goffredo di Buglione duca della bassa Lorena con il fratello Eustachio, Roberto II conte di Fiandria, Boemondo duca di Taranto con il nipote Tancredi, Adhemar di Monteil vescovo di Le Puy e delegato del Papa. Per via della lotta delle investiture non partecipano alla crociata gli scomunicati sovrani di Germania (Enrico IV) e Francia (Filippo I). L’esercito crociato è imponente 100.000 uomini e quattro spedizioni di cavalleria. Nell’agosto del 1096 i Crociati si radunano a Costantinopoli male accolti dall’Imperatore Alessio I che stipulato il trattato con i Turchi aborrisce la ripresa delle ostilità.Temeva pure tutti quei “Franchi” (così erano chiamati in modo dispregiativo gli europei) che avrebbero potuto provocare disordini nel suo regno e concede loro il suo appoggio solo in cambio della consegna di tutti i territori precedentemente strappati all’Impero Bizantino dai Segiulchidi. Il 19 giugno del 1097 dopo un lungo assedio è conquistata Nicea e il primo luglio anche Dorilea cade sotto il dominio crociato in seguito alla vittoria sul Sultano di Iconio. Varcata l’imponente catena del Tauro, con numerose perdite, l’esercito giunge in Siria e sconfigge l’Emiro di Mosul Kharbuque e pone sotto assedio Antiochia che per mezzo di un tradimento cade in mano crociata il 3 giugno 1098, dopo sei mesi di logorante assedio. Quindi Baldovino si stacca dal resto dell’esercito dirigendosi ad est, supera l’Eufrate assedia e conquista Edessa e forma una contea. Intanto l’esercito crociato ridotto a soli 20.000 uomini e comandato da Goffredo di Buglione e Raimondo di Tolosa, essendo morto il delegato del Papa Adhemar nel 1098, si dirige a Gerusalemme riconquistata dai Fatimidi ai danni dei Segiulchidi. La città è posta sotto assedio nel giugno del 1099 e termina con la resa della città dopo cinque settimane il 15 luglio 1099. La successiva vittoria sui Fatimidi e sui Sagiulchidi che avevano stretto alleanza, nella battaglia di Ascalona (12 agosto 1099) assicura ai crociati l’indiscusso dominio sulla Palestina. I territori dell’Anatolia sono restituiti a Bisanzio secondo gi accordi mentre la Palestina e la Fenicia sono affidate a Goffredo di Buglione che rifiuta il titolo di re e assume quello di Difensore del Santo Sepolcro.Come Patriarca della città è nominato Daimberto arcivescovo di Pisa che nelle ultime fasi della guerra aveva guidato la flotta pisana. Nel 1100 con la morte di Goffredo gli succede il fratello Baldovino che accetta il titolo di re e promulga un codice feudale nell’Assise di Gerusalemme. Si formano quindi il Regno di Gerusalemme, il Principato di Antiochia, le Contee di Edessa e di Tripoli; come sedei di patriarcati latini divengono le città di Gerusalemme ed Antiochia. In cambio della partecipazione alla guerra le città vi Venezia, Pisa e Genova ottengono quartieri e privilegi commerciali nelle principali città del regno. Finita la spedizione militare molti crociati tornano in patria abbandonando i territori appena conquistati senza alcuna protezione costringendo i Feudatari a chiedere aiuto in Europa. E’ inviato un corpo di spedizione costituito da feudatari francesi e italiani comandati dall’arcivescovo di Milano Anselmo di Bovisio e dal duca di Aquitania Guglielmo IX. Giunti in Palestina non prendono però parte a scontri militari.

Regno di Gerusalemme

Succeduto al fratello nel 1100 Baldovino sottrae il regno alla sovranità della Chiesa e sostituisce allo stato ecclesiastico uno feudale e laico.Sul trono gerosolimitano si succedono Baldovino II di Bourg (1128-1131) Folco d’Angiò, suo genero (1131-1142) sotto i cui regni i latini conquistano le città costiere che permettono loro di comunicare direttamente con l’Europa. Il regno fu organizzato su basi feudali francesi, la legislazione ispirata al diritto francese e sono istituiti due celebri ordini religiosi e militari: i Templari nel 1119 per difendere i pellegrini e per combattere incessantemente gli infedeli e i Cavalieri di San Giovanni più antichi ma ricostituiti nel 1130 per combattere gli infedeli. Verso la fine del XII secolo è fondato l’Ordine Teutonico la cui azione si trasferirà dalla Palestina in Europa. Sotto il successore di Folco Baldovino III la precarietà de regno si accentua sotto i colpi delle lotte interne tra i crociati e di queste debolezze approfitta l’atabeck di Mosul l’Emiro Imadeddin Zenkis che conquista Edessa nel 1144. Visti in pericolo i possedimenti in Terra Santa Papa Eugenio III indice un nuova crociata rivolgendosi solamente al re di Francia Luigi VII e affidando la predicazione a San Bernardo di Chiaravalle. La diversità con la prima crociata consiste con il fatto che ormai era il lato politico a prevalere su quello religioso, non erano ascoltati gli inviti papali alla pace tra crociati in Terra Santa e d’altra parte lo stesso pontefice voleva la partecipazione dell’Imperatore Corrado III che lo difendeva da Ruggero II re normanno.

II Crociata (1147-1149)

Nel 1147 l’Imperatore Corrado III si unisce in ogni modo alla crociata in virtù della nuova alleanza stipulata con Bisanzio, che in questo periodo è l’unico vero impero cui tutti guardano come ad un modello da imitare piuttosto che ad una preda da spartirsi. Subito dopo parte anche Luigi VII che si congiunge all’esercito crociato a Metz da dove per timore dei Normanni si prosegue per la Terra Santa via terra attraverso i Balcani. Ruggero II escluso dalla crociata reagisce conquistando Corfù ed inoltrandosi alla testa del suo esercito nell’Ellade e nel Peloponneso quindi giunge a Tebe, forza gli stretti e ordina di scagliare a scopo intimidatorio frecce nei giardini imperiali di Costantinopoli. Luigi VII di Francia si allea con i Normanni contro L’impero Bizantino che è ostile alla partecipazione francese alla crociata e Corrado III di Svevia si allea con Manuele Comneno. Si determina quindi la separazione degli eserciti crociati che subiscono numerose perdite nell’attraversamento dell’Anatolia. Giunti in Terra Santa sono sconfitti a Dorilea e a Laodicea determinando la decisione dei due sovrani di ricongiungere le loro forze militari, abbandonando la loro stato di conflitto. L’Impero Bizantino, però, timoroso della politica espansionistica di Ruggero II, si allea con Venezia che riconquistano Corfù ma non la restituiscono all’Imperatore di Bisanzio e ne fanno parte dei propri possedimenti. Inoltre catturano la nave ammiraglia imperiale e rivestono delle insegne imperiali uno schiavo negro e fingono di adorarlo oltraggiando così la persona, ritenuta sacra dell’Imperatore, e rompendo l’alleanza. In Terra Santa l’esercito crociato giunge fino ad Acri e si unisce all’esercito di Baldovino III; i due eserciti, aiutati in modo precario dalla flotta bizantina, individuano una mossa strategica per tagliare in due i domini arabi: la presa di Damasco fortificata in modo mediocre. La spedizione si risolve però in una disfatta come il successivo attacco alla città di Ascalona. Le truppe crociate si ritirano dalla Terra Santa e tornano in patria segnando la fine del mito dell’invincibilità dei cavalieri d’occidente ed incrinando i rapporti tra Bisanzio ed Europa. Ruggero II ritenendo i Bizantini colpevoli del fallimento della crociata, ne indice una per conto proprio contro l’Impero Bizantino coadiuvato da re Luigi VII che teme un trattato tra gli imperi bizantino e tedesco, ma le forze crociate demoralizzate e stanche frenano l’iniziativa.

Regno di Gerusalemme
Con la morte di Baldovino III (1163) gli succede il figlio Almarico I che tento di porre la dominazione latina nell’Oltregiordano e sul Negev ma è ostacolato dalla formazione di un unico impero arabo in Africa e in Asia per opera di Nur al-Din figlio di Zenghis, ma soprattutto con il di lui figlio Salah al-Din Yusuf (Saladino) fondatore della dinastia Ayyubide. Questi congiunge Egitto e Siria bloccando definitivamente l’espansione latina. L’indisciplina di un signore dell’Oltregiodano Rinaldo di Chatillon, che nonostante un accordo, molestava il passaggio delle carovane musulmane sulle piste giordane, spinge alla guerra il Saladino favorito dalle discordie tra il re di Tripoli e un pretendente Raimondo. A Hittin, presso il lago di Tiberiade, l’esercito cristiano guidato dal re Guido di Lusignano è completamente distrutto (4 luglio 1187) causando la caduta di tutte le città costiere tranne Tiro difesa da Corrado di Monferrato. Ai primi di ottobre anche Gerusalemme è assediata e il 21 ottobre cade in mano al Saladino ed in seguito a questi fatti dall’Europa il pontefice Gregorio VIII promuove una nuova crociata.

III Crociata (1189-1192)

Con l’elezione di Clemente III si hanno i primi preparativi della crociata, cui partecipano Filippo Augusto e Enrico II, indotti dai baroni e dai vescovi durante l’assemblea di Gigoros (27 gennaio 1188) Federico Barbarossa (27 marzo 1188 dopo la riunione di Magonza).Per la prima volta la crociata si estende a tutta Europa fin nei paesi scandinavi ed in Inghilterra.Il più convinto è Federico Barbarossa preso dalla grandezza della sua missione come capo della cristianità-l’11 maggio 1189 lascia Ratisbona e si dirige via terra a Costantinopoli alla guida di un’armata potente e disciplinata. La crociata intralcia però i piani dell’Imperatore Isacco II d’Angelo che ha cooperato con il Saladino contro i suoi nemici Salgiuchidi dell’Asia Minore. Timoroso inoltre di essere spodestato da Barbarossa informa il Saladino delle sue mosse ma nonostante questo Federico riesce a sconfiggere gli Arabi a Iconio. Passato in Asia non trova difficoltà grazie all’appoggio dell’Emiro Kilig Arslan II, ed anche in Cilicia gli Armeni accolgono favorevolmente il Barbarossa Sembra che il trionfo dei cristiani sia imminente quando improvvisamente il Barbarossa annega cadendo armato nel fiume Salef il 10 giugno 1190. L’armata tedesca si disperde, una buona parte torna in patria mentre i rimanenti crociati si affidano al comando di Federico di Svevia, figlio del Barbarossa, che li conduce fino a San Giovanni d’Acri nell’ottobre dello stesso anno. Al momento della morte del Barbarossa i re francese ed inglese non erano ancora partiti a causa della lotta che li opponeva.Alla morte di Enrico II succede Riccardo III detto Cuor di Leone alleato di Filippo Augusto di Francia ed è possibile far partire la crociata. Il 4 luglio 1190 l’armata franco-angioina si unisce a Vèzelay e scende verso il mediterraneo.In dicembre i due re si fermano a Messina e questo scalo dura per sei mesi durante i quali si inaspriscono i rapporti tra i due re.Infine le flotta francese lascia la Sicilia il 30 marzo 1191 e la flotta inglese forte di nuovi contingenti militari leva le ancore il 16 aprile 1191. Giunto il 20 aprile in Terra Santa Filippo II Augusto si trova di fronte ad una situazione paradossale: i latini che assediano San Giovanni d’Acri sono a loro volta circondati dagli eserciti del Saladino, fin dal 1189.Ormai solo Filippo Augusto può rompere l’equilibrio e fare da arbitro tra gli antagonisti del partito del re di Gerusalemme Guido di Lusignano e del liberatore di Tiro Corrado di Monferrato.Per l’assenza di Riccardo Cuor di Leone è Filippo II a prendere in mano le redini della crociata, mentre il re inglese è nel frattempo sbarcato a Cipro (6 maggio) conquistandola dopo alcune settimane. L’isola era di fatto indipendente dopo l’avvento della dinastia degli Angeli nel 1185. Questo risultato è il più durevole della crociata.Infatti, Cipro sarà una base per operazioni d’approviggionamento per i Latini di Siria e anche un’eventuale posizione di ripiegamento per questi e per i futuri crociati. Riccarco III sbarca in Terra Santa il 9 giugno e porta un notevole contributo militare agli assediati di San Giovanni d’Acri ma aggrava le divisioni tra se stesso sostenitore di Lusignano e Filippo Augusto favorevole a Corrado di Monferrato. L’assedio si conclude con la resa della città dopo un accordo con Saladino (12 e 13 luglio) Viene quindi regolata a posizione politica, con la riunione di un parlamento il 27 e 28 luglio che decreta re Guido di Lusignano e suo successore Corrado di Monferrato. Filippo Augusto lascia la sua armata e rientra in patria per approfittare dell’assenza di Riccardo III. La direzione bellica delle operazioni passa a questo “capo naturale di una crociata d’entusiasmo”. La padronanza del mare consente ai crociati di occupare il litorale sebbene Saladino abbia lasciato dietro di se solo terra desolata a causa dell’incendio sistematico durante la ritirata. Questa tattica è molto più efficace all’interno dove le esitazioni dei capi, la rivalità tra Inghilterra e Francia e fra crociati e baroni di Siria e fra Lusignano e Monferrato impediscono si effettuare con la necessaria energia l’offensiva verso Gerusalemme. A due riprese nel dicembre 1191 e nel giugno 1192 l’armata giunge a 20 chilometri dalla Città Santa.Qui a causa della fretta di Riccardo di tornare in patria si ricorre a trattative e si conclude una tregua di tre anni (2-3 luglio 1192) con cui Saladino riconosce ai Latini il possesso di una fascia costiera che va da Tiro a Giaffa con una parte dell’entroterra e consente ai pellegrini il libero accesso ai Luoghi Santi. Il 9 ottobre 1192 i crociati lasciano la Siria.Nonostante la crociata abbia salvato l’oriente latino l’Europa è delusa dal fatto che l’accesso ai Luoghi Santi sia dipendente dalla buona volontà musulmana e dal loro rispetto alle convenzioni stipulate ed in ciò vi è la violazione del vero spirito delle crociate il cui fine era sterminare gi infedeli e non creare una coesistenza.Inoltre i regni in Terra Santa sono precari: l’antico regno di Gerusalemme troppo continentale per essere difeso è diventato una sorta di regno d’Acri, appoggiato e difeso dalla potenza militare ed economica delle flotte occidentali soprattutto delle città marinare italiane. Dopo il precipitoso ritorno dei crociati papa Celestino III favorisce una nuova crociata progetto ripreso anche dal successore Innocenzo III (8 gennaio 1198) con l’enciclica Post Miserabile (15 agosto 1198).Egli estende la sua protezione sull’Oriente Latino ed esercita sull’Impero Bizantino molto indebolito energiche pressioni per ottenere la riunione della chiesa e si adopera per ristabilire in occidente la pace turbata dalla lotta tra Filippo di Svevia e Ottone di Brunswich e Riccardo a Filippo Augusto. Incarica molti predicatori di cui il più famoso è il curato Foulque di Neuilly di ottenere adesioni e arruolamenti per la nuova crociata. Ma ben presto l’organizzazione sfugge ad Innocenzo III: il suo legato in Francia è tenuto all’oscuro di un’importantissima decisione riguardo all’affidarsi a Venezia, l’unica potenza marinara in grado di fornire un numero sufficiente di vascelli. L’accordo concluso tra marzo ed aprile 1201 prevede la partenza per il giugno 1202 e come ricompensa la Repubblica di Venezia avrebbe ottenuto la metà dei territori conquistati più 8500 marchi d’argento. L’obiettivo doveva essere l’Egitto centro della potenza musulmana e vulnerabile dal mare ma Venezia si oppone perché ha notevoli scambi con l’antica terra dei faraoni e si rivolge allora l’attenzione all’Impero Bizantino che invece danneggiava i suoi commerci. Nel giugno 1202 nell’assemblea di Saissons i crociati eleggono come loro generale Bonifacio di Monferrato fratello di Corrado e cugino di Filippo di Svevia. Ai crociati si aggiunge Alessio figlio dell’Imperatore detronizzato che promette in cambio del trono l’unione delle chiese greca e latina.

IV Crociata (1202-1204)

Alla crociata si uniscono Baldovino IX di Fiandre e Teobaldo di Champagne che promettono di aiutare il giovane Alessio Angelo a riprendere il trono di suo padre Isacco, deposto ed accecato e ora richiuso nelle segrete bizantine. Prima di partire però non si sono racimolati tutti i denari per pagare Venezia nonostante i numerosi capitali raccolti con le elemosine “in remissione peccatorum”. I veneziani allora si accordano con i crociati per fermarsi durante il tragitto ad occupare Zara conquistata dal re d’Ungheria. A capo della spedizione si pose il vecchi Doge di Venezia Enrico Dandolo.Il Papa, appresa la notizia che i crociati volevano combattere un re cristiano, lancia la scomunica contro i Veneziani, che non se ne curano minimamente e occupata Zara (1202) si dirigono Costantinopoli, in balia delle opposte fazioni, governata dall’usurpatore Alessio III. Partiti da Corfù il 24 maggio i crociati giungono velocemente a Costantinopoli, tacitamente approvati dal papa Innocenzo III. Il 24 giugno i crociati sono dinnanzi a Costantinopoli e il 4 luglio forzano il Corno d’Oro e sbarcano nel porto. Un attacco vittorioso il 17 luglio provoca la rivoluzione che ristabilisce sul trono Isacco II Angelo, che insicuro del proprio potere ed impossibilitato nel pagare ai crociati i 200000 marchi d’argento promessi viene destituito in favore di Alessio V Dukas (gennaio 1204). Il 12 aprile i crociati prendono d’assalto la città e la espugnano il 9 maggio eleggendo imperatore Baldovino IX di Fiandra.Per tre giorni la città è incendiata e saccheggiata e molti tesori e reliquie sono portati in occidente (Cavalli di San Marco). In Oriente si afferma il potere di Teodoro Lascaris, mentre in Occidente vengono donati molti territori ai veneziani Enrico Dandolo doge di Venezia e Marco Sanudo duca dell’arcipelago, compreso il regno di Tessalonica. A Venezia viene pure affidato il patriarcato di Costantinopoli rendendo così i Veneziani padroni della chiesa di Romania, inoltre la città lagunare acquista il monopolio del commercio e nel territorio conquistato si ritaglia uno straordinario impero marittimo costituito da isole, porti, approdi scelti con molta sagacia, portando la potenza di Venezia ad un livello sempre più alto, tanto da assicurarle il quasi indiscusso dominio sul Mediterraneo Orientale. Con il fallimento della IV crociata si dissipano le illusioni relative ad un dominio cristiano sulla terra Santa.La creazione del regno latino di Costantinopoli (1204-1261) non fa altro che disperdere le forze della cristianità, tese a molteplici interessi e trascuranti la lotta agli infedeli. A ciò si aggiungono le bramosie dei Baroni.L’unione della Chiesa d’Occidente con quella d’Oriente non è altro che una facciata dietro la quale clero e popolo orientali continuano ad opporsi all’autorità di Roma e gli stati latini abbandonati a se stessi sono preda di interminabili lotte intestine.In occidente l’ideale delle crociate, dopo tante illusioni, è compromesso.Sopravvive però e può essere richiamato da un’autorità superiore, il papa o l’imperatore. Nel 1213 Innocenzo III vista la situazione in Oriente fa indire la predicazione di una nuova crociata varata nelle sue linee essenziali nel concilio Laterano (1213).

V Crociata (1217-1221)

Deliberata da papa Innocenzo III nel 1215 per riparare la IV crociata, conclusasi con un nulla di fatto riguardo ai territori in Terra Santa, nei due anni successivi è sollecitata da Onorio III, ma trova scarsa eco in un’Europa squassata da rivolgimenti politici di maggiore spessore. La realizzazione della crociata viene inizialmente presa in consegna da Federico II, scomunicato successivamente dal Papa per aver abbandonato il progetto, pertanto il Pontefice si rivolge ad altri nobili che se ne facciano carico ma solamente Leopoldo VI duca d’Austria e Andrea II re d’Ungheria assumono la responsabilità sulle proprie spalle. I due condottieri in breve tempo radunano un esercito pronto a seguirli in Terra Santa scelgono la via del mare dove sono vittime di contrattempi che li costringono a due soste a Spalato per riparare le navi danneggiatasi in una tempesta e a Durazzo per rifornirsi di viveri. Finalmente pronti i crociati si dirigono verso la Palestina e dopo mesi di infausta navigazione si fermano a Cipro per organizzare l’esercito ed elaborare un piano contro i Musulmani. La situazione non si presentava semplice: i pochi castelli rimasti in mano ai crociati erano distanziati tra loro e non rendeva facile condurre azioni belliche senza aver un luogo in cui rifugiarsi. Inoltre i regni cristiani sono in perenne lotta tra loro invece dell’impero arabo che appare solido e compatto e soprattutto pronto a rispondere alle offensive crociate. I cristiani sbarcano in Siria e tra questa e la Palestina si limitano ad azioni dimostrative con brevi attacchi agli eserciti musulmani ma senza ingaggiare un vero e proprio combattimento. Intanto vengono spediti in Europa ambasciatori per chiedere al Papa ed ai nobili contingenti militari per ingaggiare una guerra. Dall’Europa partono i rinforzi comandati dal legato pontificio Pelagio, vescovo di Albano e da Giovanni di Brienne.Dopo una lunga navigazione raggiungono i crociati a Tiro, ove questi ultimi si erano ritirati. Nel 1218 l’esercito crociato si dirige via mare alla volta dell’Egitto per espugnare la città di Damietta. Raggiunta la costa la città è posta sotto assedio dopo estenuanti sforzi è espugnata nel 1219. Il sultano d’Egitto intimorito dall’impresa crociata cerca un accordo e convocati i capi della spedizione propone loro di restituire l’antico regno di Gerusalemme esclusa la zona della Transgiordania.Però i crociati in disaccordo tra loro finiscono per rifiutare questa proposta causando l’alleanza del sultano con gli emiri siriani realizzando una controffensiva contro i crociati che vengono respinti prima nella città di Damietta e poi per via degli scontri interni che non favoriscono un’adeguata difesa della città e a causa di un’inondazione del Nilo sono costretti a ritirarsi in Palestina e a rifugiarsi a San Giovanni d’Acri nel 1221.

VI Crociata (1228-1229)

Federico II dopo non aver portato a termine l’organizzazione delle crociate precedentemente promesse nel 1227 assicura al Pontefice si allestirne una nuova in breve tempo. Ma giunto a metà dei preparativi inspiegabilmente lascia perdere nuovamente il progetto e si rifiuta di partire per la Terra Santa e viene scomunicato dal Papa. Quindi il sovrano tenta di far ritirare la scomunica riprendendo la preparazione della spedizione in Palestina ma i messi di Gregorio IX lo informano della volontà del Pontefice di non tornare sui propri passi. Federico II continua invero l’allestimento della crociata che da religiosa assume i connotati laici e politici e Federico II sogna di realizzare la dominazione imperiale sull’Oriente ed espandere il proprio dominio su queste zone ricche di vie commerciali, ed acquistare quindi maggior potenza tornano in patria carico di onori e trionfi. Pochi sono quello che lo seguono nel suo progetto, viene organizzato un debole esercito male organizzato e composto di elementi scadenti. Partito da Brindisi si ferma in Turchia a rifornirsi di viveri e naviga quindi verso Cipro dove si trattiene due settimane per organizzare l’esercito ma si rende ben presto conto dell’inevitabilità di una sconfitta in uno scontro col nemico. Dopo aver ricevuto l’omaggio del re di Cipro si dirige alla volta di San Giovanni d’Acri e intraprende trattative col sultano Al-Kamil (11 febbraio 1229) dalle quali ottiene la cessione della strada e delle vie che congiungono Betlemme, Nazareth, Giaffa, Cesarea e Sidone.In cambio lascia ai musulmani la Moschea di Gerusalemme e stipula una tregua di 10 anni. Dopo il matrimonio con Jolanda di Brienne è proclamato re di Gerusalemme il 17 marzo 1229 e torna in patria. Benché importanti i risultati ottenuti sono frutto di uno spirito che non è quello ispiratore delle crociate, il realismo politico ha preso il sopravvento sull’idealismo religioso. Gregorio IX assolutamente insoddisfatto bandisce quindi una nuova crociata.

VII Crociata (1239-1241)

All’appello del Pontefice risponde solo Teobaldo di Champagne che inizia ad organizzare il suo esercito nel 1238. La preparazione è in sordina rispetto a tutti gli eventi che percorrono l’Europa. Finita nel 1239 la tregua decennale stipulata da Federico II Teobaldo si imbarca con l’esercito composto per lo più da vassalli del territorio di Champagne a differenza degli eserciti precedenti costituiti da soldati accorsi da tutta Europa. Giunge in Terra Santa nel settembre del 1239 sbarcando a San Giovanni d’Acri e subito si appresta ad organizzare le truppe per sferrare un attacco all’Egitto ma con scarsi tentativi ed emblematico è che la VII crociata sia conosciuta come “la crociata del disordine e della sventatezza” per via delle improvvise e per nulla ponderate decisioni che caratterizzano la strategia di guerra. La causa principale va ricercata nelle continue discordie fra crociata e loro capi.Si decide infine di assalire la città di Ascalona ma l’attacco non fu preparato in tutti i suoi minuziosi particolari e l’esercito egiziano riesce a fermare i crociati intervenendo a Gaza luogo di una terribile battaglia vinta dagli Egiziani (1239). Teobaldo giunge quindi ad un accordo col sultano Al-Salih Ismail che garantisce ai crociati il controllo della Galilea. (1240) I continui dissidi interni contribuiscono al ritorno in patria di quasi tutti i crociati lasciando i territori indifesi in balia dei Turchi. Nel 1244 Gerusalemme è occupata dai Turcomanni Kharizmiani mentre i crociati sono nuovamente sconfitti a Gaza cedendo il controllo dei territori latini al sultano d’Egitto. In Europa i gravissimi avvenimenti accaduti in Terra Santa non trovano eco a causa della lotta per le investiture che vedeva frapposti l’imperatore Federico II e papa Innocenzo IV che non indisse una nuova crociata.

VIII Crociata (1247-1254)

Un solo uomo rispose all’appello del Papa il re francese Luigi IX che riunisce il suo esercito a Nantes e si dirige alla volta del porto di Aigues Mortes con i suoi baroni e soldati provenenti tutti dalle vicinanze di Parigi perché la notizia della crociata non era ben accolta nel territori più periferici dove tutti erano più propensi a badare ai propri territori che non imbarcarsi per luoghi lontani senza una prospettiva tangibile. L‘esercito composto di 20000 uomini si dirige inizialmente verso la Palestina ma successivamente la rotta viene modificata verso l’Egitto per sconfiggere il sultano Al-Salih-Ayub.Sbarcati a Damietta presso le foci del Nilo i crociati riconquistano la città e elaborano piani per sconfiggere l’Egitto centro dell’impero arabo. In seguito ai dissapori tra nobili ed ai contrastanti consigli forniti il re prende una decisione avventata: fa marciare l’esercito verso Il Cairo.Scoperti dagli Egiziani si perviene ad un violento combattimento a Mansurah (1250). L’esercito crociato è sconfitto e lo stesso re con i sopravvissuti è catturato in una successiva imboscata. Il re e i baroni riacquistano la libertà solo in seguito al pagamento di un riscatto di un milione di bisanti d’oro e con la restituzione di Damietta (1250). Luigi IX si trasferisce in Siria fermandosi quattro anni per ristabilire un’adeguata difesa delle città crociate e dopo la fortificazione di San Giovanni d’Acri torna in patria (1254). Ma la situazione in Terra santa non è per nulla migliorata e permangono gli scontri tra i regni latini avvantaggiando il sultano d’Egitto Baibars che conquista facilmente gli ultimi possedimenti costieri.Solo poche città costiere riescono mantenere la propria indipendenza, abbandonate al proprio destino dall’Europa.

IX Crociata (1270)

Dopo la conquista dei regni latini da parte del sultano Baibars anche Antiochia presa d’assedio cade nelle mani arabe. Luigi IX raduna nuovamente l’esercito e si dirige una seconda volta ad Aigues Mortes dove si imbarca (luglio 1270) per l’Egitto. Nel corso della navigazione probabilmente su consiglio del fratello Carlo D’Angiò, cambia rotta e si dirige verso la Tunisia, Sbarcato a Tunisi spera di convertirne la popolazione ed avere così un base contro l’Egitto. Sbarca quindi a Cartagine ma muore poco dopo a causa della peste che infuria nell’esercito (agosto 1270). I superstiti imbarcatisi per la Francia fanno ritorno in patria. Lasciati in balia di se stessi tutti i territori crociati cadono conquistati dal sultano Baibars e dal suo successore Kelaun. L’estrema resistenza si ha a San Giovanni d’Acri ma il 18 maggio 1291 la città capitola e le città crociate in Siria sono abbandonate.Nel 1303 è conquistato anche l’ultimo territorio crociato difeso dai Templari, l’isolotto di Ruad presso Tortosa.





Autore: la profetessa eLiAnDrA
 
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