[Lesbo] Roberta, l'amica di mia figlia 1° episodio, racconti erotici

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K o b r a
CAT_IMG Posted on 20/8/2008, 11:58     +1   -1




Conobbi Roberta verso la fine dello scorso Settembre, periodo in cui cominciò a frequentare casa nostra. Era la nuova compagna di scuola e di studi di mia figlia Maddalena. La sua famiglia si era trasferita di recente a Milano da Roma. Frequentavano l’ultimo anno del classico e dovevano preparare nel migliore dei modi la maturità. Veniva a studiare da mia figlia molto spesso, quasi tutti i pomeriggi. Suonava il campanello, le aprivo, entrava mi salutava con cortesia, scambiavamo due battute, poi raggiungeva mia figlia nella sua cameretta e li rimanevano rinchiuse per ore.
Indubbiamente una bella ragazza, un fisico perfetto, alta capelli lunghi biondi, un sorriso dolce, occhi verdi, un bel seno, più che romana sembrava scandinava, 18 anni, ma ne dimostrava qualcuno in più . Maddalena, mia figlia, non è da meno ma ha caratteristiche decisamente mediterranee, occhi e capelli scuri, pelle olivastra, comunque anche lei una gran bella ragazza. L’intesa tra di loro era perfetta e questo mi procurava molta gioia perché, Maddalena, a causa del suo carattere un po’ difficile, prima di Roberta, non era riuscita a mantenere un rapporto di amicizia stabile e duraturo con le compagne. Lunatica, presuntuosa e irascibile l’una dolce paziente e comprensiva l’altra, insomma una complementarità che rendeva la loro amicizia molto solida. La famiglia di Roberta abitava nell’immediata periferia est della città a circa 3 km di distanza dalla nostra abitazione, una zona ben servita dai mezzi pubblici, che Roberta utilizzava per venire da mia figlia. La sera, visto che finivano di studiare verso l’ora di cena, si faceva venire a prendere da uno dei genitori, a quell’ora poteva essere rischioso viaggiare da sola, penso comunque che lei sia una in grado di difendersi e di affrontare con sicurezza ogni evenienza, anche la più malcapitata. Talvolta, verso la metà del pomeriggio le vado a trovare per portare loro qualcosa da mangiare, busso alla porta, mi invitano ad entrare e, alla vista delle prelibatezze che gli porto, mi accolgono con atteggiamenti molto in uso negli adolescenti della loro età, quasi fossi una loro coetanea, rimango con loro giusto il tempo di questa breve pausa e ho modo di confermare quanto siano veramente affiatate, una inizia una frase spiritosa e l’altra fa la battuta finale e poi giù a ridere di gusto. Torno da basso, in cucina e mi sento serena. Si l’arrivo di Roberta ha reso mia figlia più felice e di conseguenza anche me. L’altro giorno è arrivata come al solito verso le 14.00, Maddalena era andata a salutare la nonna nel giorno del suo 76° compleanno. Così ho aspettato in compagnia di Roberta che Maddalena tornasse, era l’occasione di chiacchierare un po’ di più con le e di conoscerla meglio. Roberta mi dava del Lei, io l’ ho invitata più volte a darmi del tu, lei l’ha fatto anche se era evidente che non le veniva naturale. Spesso ricadeva nel Lei. Ho comunque apprezzato il suo sforzo, un indubbio gesto di cortesia. Parlammo a lungo, mi confidò di essersi ben ambientata a Milano, e che anche i suoi genitori si trovavano bene. Con le compagne di scuola si era integrata in fretta e in particolar modo con Maddalena che per lei era diventata in poco tempo l’amica del cuore. Era bello parlare con lei, emanava un fascino e un carisma irresistibili, il suo modo pacato e sereno di argomentare era contagioso, mi sentivo così a mio agio che non riuscii a trattenermi dall’esprimere il desiderio che Maddalena tardasse il più possibile il suo rientro. Ci fu un attimo di silenzio che a me parve interminabile. Ci siamo guardate negli occhi, non so cosa mi prese ma improvvisamente il mio battito cominciò ad aumentare e un irrefrenabile rossore raggiunse le mie guance. Roberta fu brava a risolvere con sobrietà la situazione, disse che era meglio che Maddalena arrivasse al più presto perché dovevano preparare il compito in classe di greco del giorno successivo. E proprio in quel momento arrivò Maddalena, come se l’avesse sentita, ci salutò baciandoci e abbracciandoci, poi prese Roberta per mano e la portò in camera sua. Rimasi un’ attimo silenziosa pensando a quanto era accaduto. Nella mia mente si affollavano pensieri di ogni tipo, cosa mi sta succedendo, non mi era mai capitato di essere così attratta da una persona del mio stesso sesso e per lo più così giovane, stessa età di mia figlia. Ero confusa, avevo assolutamente bisogno di capire. E l’occasione si presentò molto presto, la sera stessa. Verso le 19.30, Maddalena mi chiese se potevo accompagnare Roberta a casa perché i suoi genitori erano partiti per un week end in montagna.
Presi la macchina e feci accomodare Roberta al mio fianco e mi diressi verso casa sua. Durante il tragitto parlammo dello studio le chiesi se si sentivano pronte per il compito di greco, lei mi disse che avevano studiato con serietà e che erano pronte. Dopo poco più di dieci minuti arriviamo davanti a casa sua. Sosto col motore acceso, e mi accingo a salutarla con un bacio, quando lei mi invita a salire per un aperitivo. Vista l’ora, oppongo una debole resistenza, alla fine accetto ma tengo a precisare: “Roberta solo cinque minuti, Maddalena mi aspetta per cena”, “va bene Teresa, solo cinque minuti”. Entriamo in casa, mi accomodo in sala, e lei va a preparare da bere. Ho modo di apprezzare la casa, veramente bella, arredata con gusto. “Mi raccomando, analcolico”, dico alzando un po’ il tono di voce affinché mi possa sentire, “Ok Terry, fidati, non ho intenzione di avvelenarti”. E’ la prima volta che mi chiama Terry, quel diminutivo pronunciato con tanta dolcezza, ha la forza di accendere a mille il mio apparato cardiocircolatorio. Torna con gli aperitivi, percepisce il mio turbamento, posa il vassoio sul tavolino e viene a sedersi al mio fianco. Non so cosa fare sono confusa vorrei fuggire, la sua vicinanza aumenta il mio stato di agitazione. Roberta, con assoluta calma ma con altrettanta determinazione avvicina le labbra al mio orecchio sinistro e con voce calda e suadente mi sussurra “hai voglia di me…. vero piccola? Ti piace l’amichetta di tua figlia? ” E intanto inizia a mordicchiarmi il lobo dell’orecchio e stantuffandomi la lingua nella tromba di Eustacchio, me la scopa. il timpano, inumidito dalla saliva, sembra abbia avuto un orgasmo. La mia eccitazione è al massimo, sento i brividi lungo la schiena, sento gli umori colare, le mutande inumidirsi. Il respiro diventa affannoso, mi gira la testa. Lei continua a parlarmi, ma gradualmente il suo tono di voce cambia, le richieste sensualmente sussurrate si trasformano in imposizioni scandite con forza: “La vuoi scopare vero? …e allora dimmelo!!... Vuoi essere la sua puttana? ..forza dimmelo!! voglio sentirtelo dire… puttana! Sei una gran fica…tesoro, sei la mia fica…” Non capivo più niente, quel suo modo di fare mi stava sconvolgendo, mai avrei immaginato che Roberta potesse essere così perversa, cosi abile, così decisa. Mi sentivo assolutamente in sua balia, avrei fatto qualsiasi cosa mi avesse chiesto, si ero sua. Un primo orgasmo mi scoppio violentemente tra il pube ed il cervello, al punto che le gridai:” Siiii.. sto godendo.. cazzo, mi fai impazzire… sono tua, tesoro… sii..sono solo tua”
Un altro orgasmo violento mi raggiunse come un onda oceanica, ero esausta e felice, ma il gioco doveva ancora cominciare.
fine primo episodio,contina...

Fonte: http://www.annunci69.it/racconti/lesbo/105...°_episodio.html
 
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Enea
CAT_IMG Posted on 11/6/2016, 18:30     +1   -1




Difficile conoscere l'animo umano, ancor più difficile è conoscere l'animo femminile. Certo che mi piacerebbe essere un uccellino e vedere il seguito...
 
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2 replies since 20/8/2008, 11:58   18259 views
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