[Incesti] Incesto senza fine, Racconti erotici

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K o b r a
CAT_IMG Posted on 18/8/2008, 18:25     +1   -1




Dopo un lunghissimo ed interminabile viaggio atterrammo a Malè e da li con un idrovolante arrivammo in un piccolo atollo, era stupendo, circondato da un mare color smeraldo e una spiaggia bianca lo circondava.
Simpatici nativi ci accompagnarono al nostro alloggio, un bungalow sull’acqua costruito sopra a delle palafitte. Entrammo e lo trovammo stupendo, una cucinetta con frigorifero e fornello, un bagno immenso, una camera con letto matrimoniale king size a baldacchino e una veranda che dava sul mare con tavolo due sdraio e la scaletta per accedere direttamente in acqua.

Erano ormai le sette di sera e quindi ci dissero di recarci al ristorante per cenare, come consigliatoci ci incamminammo a piedi nudi in quanto in tutto l’atollo cera solo sabbia con una vegetazione tropicale densa di palme di cocco.
Il ristorante non aveva pavimento anche li solo sabbia, cenammo e dopo il pasto felici ci incamminammo tenendoci per mano verso il nostro bungalow.
Lungo la strada fui pervaso da un intenso e morboso desiderio di abbracciare mia figlia e di baciarla.
Sentivo il contatto del suo seno sul mio torace nudo, lei indossava una camicetta leggerissima senza reggiseno, e mentre la stringevo la baciavo in continuazione dicendole che l’amavo, lei rispose con una voce calda e sensuale che a sua volta mi amava tantissimo.
Ci incamminammo e la tenevo con un braccio stretta a me, a sua volta mise il suo attorno alla mia vita.
Entrammo nel bungalow, ci spogliammo di quel poco che indossavamo e rimanemmo in mutande, il mio cazzo duro faceva capolino al di sopra degli slip che non riuscivano a contenerlo, la abbracciai nuovamente e sentii il calore del suo corpo contro il mio mentre ci baciavamo come impazziti di desiderio roteando le nostre lingue che si incrociavano nelle nostre bocche.
Abbracciati ci lasciammo cadere sul letto, cominciai a baciare e leccare il suo collo scendendo sul seno e soffermandomi sui capezzoli che stavano inturgidendosi, le davo leggerissimi morsi che la fecero fremere, e poi scesi sul suo ventre vellutato e leccando l’ombelico mentre insinuavo la mano sotto le mutandine accarezzando la peluria morbida fino a toccarle la figa che sentivo umida. Le tolsi le mutandine e tolsi i miei slip, ricominciai da dove ero rimasto insinuando un dito tra le grandi labbra, lo feci scorrere e lo spinsi dentro in profondità ove sentii che era bagnata del suo umore, lo ritrassi e lo passai delicatamente con movimenti circolari sul clitoride, mia figlia stava gemendo e ansimando dal piacere, ero eccitato come non mai e preso dal desiderio abbassai la mia bocca sulla sua fighetta che baciai e leccai assaporando il suo liquido che copioso stava bagnandola mentre stava avendo un orgasmo che la faceva tremare, sentivo il suo corpo vibrare e continuavo a leccarla bevendo il suo umore dolciastro e piacevole mentre lei accarezzava la mia testa. Sentivo il desiderio prepotente di entrare con il mio cazzo dentro quella fighetta profumata. Posai il mio cazzo tra le sue rosee grandi labbra, lo strofinai un poco e spinsi piano, sentivo che entrava dentro di lei sempre più in profondità come se fosse risucchiato, e quando la penetrai completamente fino ai miei testicoli, emise un lungo sospiro liberatorio di grande soddisfazione e posandomi su di lei ci baciammo con ardore. Mente mi muovevo dentro di lei lentamente in su ed in giù sentivo il calore e le vibrazioni della sua vagina stretta che accarezzavano il mio cazzo procurandomi un piacere mai provato, aveva continui orgasmi uno dietro l’altro che stavano provocando anche il mio, quando si rese conto che stavo per venire mi disse “Fammi sentire il tuo liquido caldo dentro di me. Riempimi." Io accelerai il ritmo e avvertii una eruzione inarrestabile dal profondo del mio corpo che cominciava a farsi strada verso l’esterno. Senza che io lo avessi provocato o voluto, improvvisamente esplose un piacere dolcissimo che io sentivo localizzato sulla punta del mio cazzo. Stavo venendo come aveva chiesto mia figlia nella sua fighetta. Lo sperma caldo raggiunse il suo utero, mi strinse fino a farmi male e graffiando la mia schiena mentre mormorava ”Siiii, siiii, tesoro mio, siii, siii, amore mio.” Mi accasciai su di lei e l’abbracciai, toccandole le tette, mentre le tenevo ancora dentro il mio arnese.
Si mise seduta appoggiandosi alla spalliera del letto e mi disse che voleva baciarmelo di mettermi con il cazzo tra le sue tette in modo che fosse vicino alla sua bocca, mi misi nella posizione voluta e mentre il mio cazzo era tra il suo meraviglioso seno, lo presi in mano per stringerlo contro il cazzo, ma era talmente sodo che non fu possibile, abbassò la testa e lo prese in bocca succhiando il poco sperma che era rimasto affondandolo fino alla gola per poi ritornare sul glande provocando nuovamente l’erezione. Lo accarezzava con amore lo baciava dicendo che per quindici giorni era solo suo, che voleva bere il mio seme e cominciò a leccarlo e succhiarlo con tanto ardore che in poco tempo sentii il mio sperma che stava per uscire come un vulcano in eruzione, a fiotti lo sperma riempì la sua bocca che continuava a leccarlo e succhiarlo per non perderne neppure una goccia mentre con una mano massaggiava delicatamente i miei testicoli.
Eravamo esausti e stanchi del lungo viaggio e senza lavarci ci addormentammo abbracciati.

Il mattino mia figlia si svegliò prima di me, si alzò andò nella cucinetta e preparò un caffè con del prodotto liofilizzato che non era niente male, si avvicinò e con bacio dolcissimo mormorò ”Amore mio svegliati!” Aprii gli occhi e vidi la figura meravigliosa, quel corpo stupendo e nudo che allietò il mio risveglio e mi fece sentire in paradiso. Si sedette sul bordo del letto e mi protese la tazza di caffè che bevvi non togliendo il mio sguardo su di lei, la mangiavo con gli occhi, era bellissima, perfetta, la fissai intensamente nei suoi occhi verdi, le accarezzai i lunghi capelli castani che scendevano ricoprendo parzialmente il suo meraviglioso seno, e con la mano attirai la sua testa verso la mia bocca e la baciai mentre la mia mano si insinuava tra le sue superbe cosce fino a toccarle la fighetta palpitante. Chinò il suo viso sul mio cazzo e cominciò a baciarmelo dal glande scendendo fino ai testicoli, mentre con una mano accarezzava il mio torace soffermandosi sui miei capezzoli, lo prese in bocca e lo ingoiò fino alla gola per poi stringendolo con le labbra piano, piano percorrere tutta l’asta fino a tornare al glande. Desideravo a mia volta sentire il profumo della sua fighetta, assaporare il suo umore e le dissi di mettersi sopra di me in modo di scambiarci il piacere contemporaneamente, senza abbandonare il mio cazzo dalla bocca si mise sopra di me con le cosce allargate ponendo la sua fighetta sulla mia bocca che sentendo il suo profumo inebriante mi fece ruotare la lingua con una foga incredibile portandola subito ad un orgasmo che riversò nella mia bocca il suo dolce liquido, proseguii e a mia volta venni riversando dentro la sua bocca il mio sperma che con avidità bevve con enorme piacere.
Dopo un poco disse che era ora di andare fare colazione, la guardai e sorridendo dissi che forse non era il caso, la colazione l’avevamo già fatta. Si mise a ridere dandomi una pacca su una coscia.
Si mise solo lo slip ed un pareo, io un boxer da bagno, una maglietta e a piedi nudi, abbracciati ci incamminammo verso il ristorante per la colazione.
Appena entrati notai che molti uomini la osservavano con estremo compiacimento, lei fece due passi avanti per sedersi al tavolo e mi accorsi che il gioco di luci mostravano il suo seno e le altre parti scoperte sotto il pareo come se fosse nuda. Ciò si ripeteva ogni volta che si alzava per andare al buffet per servirsi, a mia volta la cosa mi eccitava non poco beandomi di essere io il fortunato uomo che poteva godere di tanta bellezza.
Tornammo al nostro bungalow e ci sdraiammo nudi nella veranda che dava sul mare quindi nessuno poteva vederci. Trascorsi una decina di minuti scendemmo in mare per un bagno, l’acqua era stupenda, tiepida di una trasparenza incredibile, si vedevano migliaia di pesci colorati che nuotavano sotto di noi, e poco dopo risalimmo. Spalmammo aiutandoci reciprocamente una crema protettiva e ci sdraiammo a prendere il sole.
Era un paradiso terrestre, un’atmosfera magica e silenzio assoluto regnava attorno a noi, una leggera brezza faceva si che non si percepisse il calore che il sole bruciante a quella latitudine è molto intenso.
Poco dopo stando sdraiati le nostre mani si incontrarono, trasmisero un messaggio inequivocabile, mi alzai e potei baciare solo la parte che non era coperta dalla crema, guarda caso proprio la sua fighettina profumata. Dopo due suoi orgasmi mi distesi sul mio sdraio l’attirai sopra di me e senza darle nessuna indicazione si impalò sopra il mio cazzo che fece scivolare lentamente nella sua calda fighetta. Ebbe alcuni orgasmi ed in fine arrivò anche il mio che la fece sussultare quando il mio sperma schizzò sul suo utero.
Rimanemmo a lungo abbracciati con il cazzo sempre dentro la sua santa fighetta felici di essere in quel incantevole isoletta sperduta nell’oceano.
Ci alzammo scendemmo la scaletta e ci immergemmo nell’acqua cristallina, cominciammo a giocare spruzzandoci e affondandoci reciprocamente come due bambini.
Eravamo felici, in un mondo diverso, lontani da ogni pericolo di occhi indiscreti. Ci sentivamo liberi di sfogare il nostro grande amore senza nessun limite.

Giunse l’ora del pranzo, mi misi un paio di boxer coloratissimi ed una maglietta,
e dissi a mia figlia di mettersi solo il pareo senza nulla sotto. In un primo momento non fu molto entusiasta ma quando le spiegai la scena del mattino sorrise e per compiacermi fece come le chiesi.
Quando entrammo nel ristorante si verificò una scena incredibile, uomini che la guardavano come abbagliati, alcuni con la bocca aperta, altri rivolgendosi al vicino commentavano positivamente la straordinaria bellezza del corpo di mia figlia. Ci sedemmo al tavolo sorridendo tra noi e le dissi che se non ci fossi stato io avrebbe rischiato di essere violentata.
Ci alzammo per andare al buffet almeno tre volte, e la scena si ripeteva in continuazione.
Terminato il pranzo ci alzammo e abbracciati uscimmo sotto gli occhi ammirati di moltissimi uomini e anche donne.
Devo dire che a quel tempo nonostante i miei 53 anni non ne dimostravo più di 40,
avevo un fisico atletico, nessuna ruga e una leggera brizzolatura ai lati dei capelli.
Mia figlia con il fisico che si ritrovava ne dimostrava attorno a 28 anni e quindi eravamo una magnifica coppia che non dava minimante di pensare che in realtà la differenza di età era di 32 anni.

Trascorremmo la vacanza in modo meraviglioso, facevamo all’amore in continuazione: il mattino appena svegli, a metà mattinata, il pomeriggio e alla sera prima di dormire.
Purtroppo i tempo volò e tristemente ci imbarcammo nuovamente sull’idrovolante e poi nell’aereo per il ritorno.

Se qualcuno notasse che la parte sopra descritta assomiglia ad un racconto pubblicato moto tempo addietro, faccio presente che l’ho scritto io ed era frutto della mia fantasia che si ispirava in parte a questa vicenda realmente successa nella mia vita proprio con mia figlia.

Al nostro ritorno che, per ragioni logiche avvenne separatamente con un giorno di ritardo da parte di mia figlia che soggiornò nell’albergo dell’aeroporto, fui io che andai a prenderla il giorno successivo.
Badai bene di togliere dalla mia valigia ogni adesivo che indicava la provenienza e distrussi il biglietto del volo aereo.

Quando mia moglie mi vide restò sorpresa per la mia intensa abbronzatura, le dissi che avevo trascorso una intera settimana nella villa sul mare di San Diego del mio cliente che mi aveva ospitato.
Il giorno successivo quando rincasai con mia figlia che a sua volta era abbozzatissima, esclamò: “ Siete abbronzati allo stesso modo, se non fosse che papà era a qualche migliaio di chilometri distante da te verrebbe da pensare che eravate assieme.”
“ Credo che se fossi andato alle Maldive per 15 giorni sarei molto più abbronzato di Diana, la mia pelle non è chiara quanto la sua.”
“ Si è vero e guardandovi bene siete allo stesso livello.”
Era felice di riaverci con lei e preparò una cena molto speciale per festeggiare l’evento.
Provavo qualche senso di colpa che mi spinse ad essere particolarmente affettuoso con lei e facendo molte considerazioni di apprezzamento rivolte al suo fisico che accolse con piacere. Non rappresentò uno sforzo ne mi inventai nulla perché in effetti mia moglie non dimostrava più di 35 anni, il suo fisico era ancora perfetto e in piena forma.
A conferma, durante la notte trascorremmo un lungo tempo ad amarci.

Trascorsero tre anni durante i quali mia figlia si laureo e nel frattempo i nostri incontri amorosi avvenivano con frequenza.
Una sera quando rincasai, non vidi mia moglie e Diana mi corse in contro dicendo che la mamma stava male. Corsi incamera e la vidi sofferente che si teneva le mani sul ventre dicendomi che aveva dei dolori atroci.
Chiamai il nostro medico il quale dopo averla visitata consigliò il ricovero immediato. La portammo in ospedale e fu ricoverata d’urgenza e le diedero un antidolorifico, io e mia figlia rimanemmo fino al mattino quando le fecero una Tac.
Eravamo preoccupati in attesa del responso che ci fu comunicato da uno specialista. Mi guardava sconsolato e pronunciò la cosa che mi fece accasciare sulla sedia senza poter fiatare, ero distrutto e disperato.
Mia moglie aveva un tumore in stato avanzato al pancreas, disse che l’intervento era inutile e le avrebbe solo procurato maggiori sofferenze.
Mi feci coraggio e chiesi quanto tempo di vita aveva ancora, rispose dai quattro ai sei mesi. Queste parole rimbombarono nella mia testa, fui assalito dalla disperazione e mi misi a piangere gridando: nooo…nooo, perchèèèè.
Diana si mise al mio fianco stringendomi la mano e a sua volta piangeva a dirotto.
Volli che mia moglie fosse portata a casa e una infermiera veniva due volte al giorno per praticarle la terapia contro il dolore, purtroppo però trascorsi 5 mesi una notte mentre le ero vicino stringendole la mano morì.

Ancora oggi a distanza di anni la commozione e il dolore non mi permette di esprimere con le parole il mio stato d’animo, ero distrutto e non mi davo pace pensando ai miei tradimenti.
Anche mia figlia era nelle mie stesse condizioni, ormai da quel fatidico giorno che la portai all’ospedale tra noi non vi fu nessun contatto se non brevi abbracci di desolazione e sconforto per la mamma.

Trascorsero altri sei mesi dalla sua scomparsa durante i quali io e mia figlia vagavamo per la casa come due automa in cerca di conforto.
Una sera mentre ero a letto con lo sguardo nel vuoto scendevano lacrime dai miei occhi, entro mia figlia si sedette sul letto e con le manine cercò di asciugarmele, avvicinò il suo viso appoggiandolo sul mio e sussurrò: “ Non piangere più, so quanto dolore stai provando, è così anche per me, so che anche tu provi terribili rimorsi ma ora non abbiamo nessun rimedio. Anche se non fosse successo nulla tra noi non sarebbe cambiato niente, la mamma sarebbe in ogni caso scomparsa.”
“ Lo so, non è morta per causa nostra ma mi manca terribilmente, dentro di me c’è il vuoto più assoluto, se non avessi te avrei voluto morire.”
“Se non ci fossi tu a mia volta non so se avrei superato questi tristissimi momenti, ma ora dovremo purtroppo convincerci che la vita continua anche senza di lei.
E’ trascorso quasi un anno da che abbiamo interrotto i nostri rapporti e malgrado questo io ti amo sempre più di prima. Ora anche se sono certa che non la potrei mai sostituire vorrei offrirmi a te come se fossi tua moglie.”
La guardai, la strinsi forte a me e ci baciammo ripetutamente, a distanza di un anno si mise nel letto al mio fianco. Rimanemmo abbracciati in una stretta consolatrice, fino a che ci addormentammo.

Da quella sera mia figlia dorme sempre con me e gradatamente abbiamo ripreso i nostri rapporti ma non più intensi come un tempo, ormai mia figlia è diventata la mia giovane moglie.
Ora 2007 ho 61 anni, mia figlia ne ha 29 e nonostante i miei continui incoraggiamenti a formarsi una sua famiglia, non vuole sentir parlare di lasciarmi per un altro uomo. So per certo che sono stato il primo e non ne ha mai avuti altri.
 
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