Dead or Alive: Dimensions - Recensione PS3

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Kobra.
CAT_IMG Posted on 13/6/2011, 12:27     +1   -1




Dead or Alive: Dimensions


Recensione & Commenti Dead or Alive: Dimensions PS3

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Era l'ormai lontano 1996 quando Team Ninja, squadra interna a Tecmo capeggiata dal famoso (e per certi versi famigerato) Tomonobu Itagaki, che allora però era un personaggio ancora abbastanza oscuro, decideva di entrare in uno dei filoni che all'epoca più rappresentavano il mondo dei videogiochi, quello dei picchiaduro 3D. Virtua Fighter e Tekken se le suonavano di santa ragione (è proprio il caso di dirlo) per il dominio del settore rappresentando rispettivamente due filosofie opposte: con il titolo Sega estremamente tecnico e quello Namco molto più immediato, Tecmo decise di porsi a metà strada con il suo Dead or Alive, con un sistema di combo molto semplice e immediato affiancato da uno di prese e contrattacchi decisamente più raffinato e profondo. Tre anni dopo uscì il secondo episodio, che rappresentò l'esplosione della serie e del suo creatore, e non solo in virtù della bontà del titolo: Dead or Alive 2 divenne gettonatissimo anche (soprattutto?) per la presenza di procacissime lottatrici in stile anime, spesso ritratte in inquadrature avventurose e le cui "parti migliori" erano graziate dalla presenza di una fisica (in gergo tecnico si dice "sballonzolamento") forse poco realistica ma decisamente suggestiva. Il resto è storia, non sempre edificante (qualcuno ha parlato di Beach Volley?) ma pur sempre storia, a cui, pare, è ora di riconoscere il giusto tributo con un episodio degnamente celebrativo.
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