Tema sul consumismo - Saggio breve consumismo - Consumismo Tema svolto -

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Kobra.
CAT_IMG Posted on 17/5/2011, 13:56     +1   -1




Tema sul consumismo - Saggio breve consumismo - Consumismo Tema svolto -



Basta osservare il numero di giocattoli che possiede un bambino di oggi. È elevatissimo rispetto al numero di giochi posseduto da un suo coetaneo di cinquant'anni fa.
La sua attenzione, poi, si fissa soltanto per una piccola frazione di tempo su un giocattolo particolare, mentre il suo desiderio si rivolge già a qualche novità propagandata dall'industria.

Gli adulti contemporanei non sono molto diversi: il telefono cellulare viene sostituito non quando si rompe, ma quando un modello nuovo promette prestazioni strabilianti e così il computer e l'infinito numero di gadget elettronici, taluni spesso inutili, che però ci affascinano irresistibilmente.
L'auto dopo un po' che la si possiede non soddisfa più la nostra smania di novità e il desiderio, plasmato da martellanti spot televisivi, corre già a qualche modello più recente. Il nostro mondo quotidiano è saturo di oggetti, spesso superflui. Gli oggetti sono diventati talmente pervasivi nella nostra vita da sostituirsi progressivamente agli affetti e alle relazioni umane.

Il fenomeno in questione si chiama consumismo ed è una delle malattie della società e dell'uomo contemporanei.
Si compra più di quanto serva, si acquistano oggetti non tanto per la loro necessità o per il piacere di adoperarli, il cosiddetto valore d'uso, quanto per quello che rappresentano, perché sono degli status symbol, per il loro cosiddetto valore di scambio.
Essi placano le insicurezze dell'uomo moderno, lo confermano nella sua importanza e nel suo valore.

Intanto il nostro livello di consumi erode le riserve naturali del pianeta e mette probabilmente a rischio la vita sulla Terra per le generazioni che succederanno alla nostra. Se anche i Paesi in via di sviluppo adotteranno in futuro il modello di consumo occidentale sarà, secondo gli esperti, la catastrofe.

Probabilmente il consumismo risponde, almeno in parte, a un'esigenza umana. Già nei secoli passati le aristocrazie abbagliavano il popolo con la loro vita sfarzosa e i potenti entravano fra loro in competizione a chi edificava il castello, la cattedrale o il palazzo più grandiosi. Lo spirito competitivo, che oggi si esaurisce per lo più in una squallida competizione da condominio, un tempo ha prodotto grandi opere artistiche, la cui perfezione ancora oggi ammiriamo.

Persino le popolazioni delle zone sottosviluppate del pianeta invidiano i nostri consumi. Una delle molle che induce la migrazione di massa di folle di diseredati sono le immagini televisive provenienti dal ricco Occidente e captate anche in sperduti villaggi del Terzo Mondo. La cornucopia di beni promessa e il miraggio di una vita lussuosa seducono anche i più poveri.

La pubblicità ci induce, tramite spot che trasmettono le immagini di esistenze perfette quanto irreali, a consumare sempre di più prodotti di cui non abbiamo alcun bisogno. Di più: essa non si limita a vendere prodotti, bensì propaganda sogni, modelli di vita, da perseguire e imitare, pena un doloroso sentimento di inadeguatezza.
Dal canto loro, gli economisti ci assicurano che soltanto incrementando i consumi, costruiremo un'economia sana e vincente.
I beni, che un tempo quando si rompevano si potevano riparare, oggi vanno sostituiti, perché è economicamente più conveniente.
Non abbiamo scampo.

Al consumismo non riescono a sfuggire, probabilmente, neppure i suoi austeri critici. I proventi dei loro sferzanti libri li usano poi per acquistare auto, ville, viaggi, per potersi permettere un livello di consumi elevato.

Il consumismo sta ormai corrompendo anche l'arte e e la cultura, la stessa produzione di idee nel mondo contemporaneo. La storia dell'arte contemporanea è sempre più un susseguirsi di nuove concezioni, l'ultima delle quali scaccia le precedenti.
Le pagine culturali dei giornali sono quasi ogni mese dominate da nuove quanto futili polemiche. L'importante è sfornare a getto continuo inconsistenti novità per il lettore e garantire la visibilità dei protagonisti.
Si pubblicano ogni anno migliaia di libri di cui nessuno avvertiva la mancanza.
È la cosiddetta industria culturale, con i suoi splendori e le sue miserie.

Forse il consumismo è un fenomeno insito nello sviluppo maturo della civiltà occidentale, così scettica, individualista, priva di ideali e di certezze.
Si tratta di modularlo, di arginarlo. Di trovare un rimedio ai disastri che sta producendo.
Già oggi si avverte la diffusione di una nuova sensibilità: l'edilizia si orienta verso materiali biocompatibili, una parte dei cittadini è molto interessata al tema del recupero e del riciclaggio dei rifiuti, l'industria sta cercando fonti energetiche meno inquinanti, alternative al petrolio. La consapevolezza che l'acqua, l'aria e il suolo sono risorse preziose, da rispettare e da proteggere, si sta facendo beneficamente strada un po' ovunque.
Forse fra qualche decennio useremo auto elettriche e abiteremo case robuste e durevoli. E soprattutto salveremo la Terra dalla catastrofe.
 
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